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Tutto il mondo non è Paese.


La biodiversità è sempre stata considerata una ricchezza da preservare. Chi mai si azzarderebbe ad elogiare un bracconiere intento a trucidare gli ultimi esemplari di una specie animale? L'operato di costui sarebbe biasimato all'unanimità. Lo stesso non si può dire, purtroppo, di coloro che ogni giorno si ostinano a negare le differenze culturali e fisiche tra le varie popolazioni del nostro pianeta. Poco importa che le suddette differenziazioni siano oggetto di studio di autorevoli discipline quali l'antropologia culturale e la genetica delle popolazioni: la retorica del politicamente corretto spinge ad una negazione totale della diversità tra gli esseri umani.
L'esistenza di popoli diversissimi tra di loro, ci aiuta a capire perché il nazismo si sia sviluppato proprio in Germania e non altrove.
 È in primo luogo sul concetto di pluralità culturale che bisogna soffermarsi. Ogni nazione, nel corso degli anni, non ha sviluppato soltanto un proprio patrimonio linguistico, ma anche una specifica cultura che continua tutt'oggi a plasmare il comportamento del proprio popolo. Osserveremo quindi modi di agire radicalmente diversi a seconda della popolazione (e dello Stato) in questione. Solo per citare alcuni esempi: il nazismo non sarebbe mai potuto svilupparsi in Italia, in quanto solo la freddezza e l'insensibilità di gran parte dei tedeschi, avrebbero potuto dar vita ad uno sterminio di tali proporzioni organizzato in modo meticoloso e scientifico. Allo stesso modo il fenomeno sociale mafioso non avrebbe potuto attecchire in Svezia o in Norvegia. È poi statisticamente comprovata, solo per citare un altro esempio, la propensione al furto tipica di molte famiglie Rom. Tutto cio smentisce una volta per tutte la stupidità di affermazioni del tipo "Tutto il mondo è Paese." Ogni popolazione ha sviluppato  infatti delle peculiarità che si ripercuotono su una determinata tipologia di comportamento sociale o di delinquenza. Non stupisce quindi come gli abitanti di una nazione possano avere una mentalità lontana anni luce rispetto a quelli di un' altra (Le usanze di un finlandese saranno abbastanza differenti rispetto a quelle di un nigeriano.) Molto spesso le suddette divergenze si possono riscontrare anche all' interno dello stesso Stato ( Pensiamo agli italiani del Nord e a quelli del Sud, oppure agli albanesi settentrionali e a quelli meridionali.)
Non esistono, tuttavia, soltanto differenze di tipo culturale. Le popolazioni umane, pur appartenendo alla medesima specie (Homo Sapiens), possono essere divise in 6 razze differenti: congoide, capoide, amerinda, caucasica, asiatica ed australoide. Soltanto un idiota affermerebbe che un congolese ed un cinese abbiano gli stessi tratti somatici. Nonostante ciò, chiunque osi accennare alla presenza di differenze fisiche tra gli esseri umani è immediatamente tacciato di razzismo. Quest' ultimo termine ha però tutt'altro significato. Essere razzisti significa sostenere la superiorità di una razza rispetto ad un' altra, non constatare semplicemente l'esistenza delle stesse. Sarebbe come dare del nazista ad uno studioso del Terzo Reich: una follia. In che cosa si differenziano le razze umane? Per colore della pelle, taglio degli occhi,  predisposizione ad alcune tipologie di malattie, forma del cranio, statura (queste ultime variabili sono studiate dall'antropometria).
Solo uno stolto potrebbe negare che vi siano evidenti differenze fisiche tra le popolazioni che abitano il nostro pianeta...


Nonostante la grande ipocrisia che viene palesata non appena si parli di razze umane (La divisione dei cani e di altre specie animali in razze non suscita infatti alcuna polemica ed il termine in questione è addirittura riconosciuto dalla costituzione), non ritengo di vitale importanza stabilire se il concetto di razza umana sia fondato o meno dal punto di vista scientifico. Il mio obiettivo è delegittimare una volta per tutte quella corrente di pensiero (purtroppo dominante oggigiorno) che tende a negare le differenze, a favore di un' omologazione totale della realtà. 


Studiare le differenze culturali tra le varie nazioni, ci permette di comprendere specifici fenomeni sociali (come l'abnorme tasso di suicidi presente in Giappone).

Come ci si può ostinare ad affermare che il nazismo avrebbe potuto svilupparsi in qualsiasi nazione del mondo? È così difficile ammettere che i tedeschi abbiano una differente sensibilità rispetto agli inglesi? Se le culture fossero così simili tra di loro, non si spiegherebbe la maggior tendenza al suicidio dei giapponesi, rispetto agli altri popoli. Studiare le diversità ci aiuta a comprendere e a spiegare i fenomeni sociali, oltre che ad intervenire in modo diversificato a seconda della tipologia di problematica  in questione. Il mondo è bello (e brutto) perché vario.

di Alberto Pronzalino

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